D’altronde detesto tutto ciò che mi istruisce soltanto, senza ampliare o eccitare immediatamente la mia attività.  GOETHE

Quando ci si sofferma a pensare a realtà impolverate da decadi di progresso, si ha spesso la percezione di aver perso tempo. Dunque, perché parlare dei lontani anni Novanta in queste prime pagine del nuovo sito DMA Italia?

Semplicemente perché l’excursus permette di capire qualitativamente e quantitativamente il cammino percorso fino ad oggi. E parlando della gestione dei Big Data, questo tipo di analisi storica applicata al processo costitutivo delle attuali possibilità è fondamentale per la comprensione di un sistema complesso e articolato quale quello che vede al centro la Data Management Platform, di cui parliamo qui.

Traendo ispirazione da Audience marketing. Comunicazione e media nell’era dei big data, nuovo libro di Marco Girelli (CEO di OMG) e Odoardo Ambroso (Head of data and digital communication di OMG), si costruirà una sintetica griglia storico-tecnica che permetta anche ai neofiti del settore la piena padronanza di un mondo di dati che ha una gestione affatto datata.

Nessuno oggi si stupisce sentendo che il Web è una piattaforma di contenuti: si è abituati a considerarlo luogo di personalizzazione, riorganizzazione, e produzione per gli utenti stessi. Questi plasmatori della realtà digitale, più o meno consapevolmente, lasciano una traccia e chi si occupa di Big Data sa che è essenziale riuscire a interpretarla.

Il valore dello sguardo intimo delle persone che definiscono il mondo, che indica la pista da seguire al reparto creativo e di gestione dati, resta ancora troppo poco considerato nelle campagne pubblicitarie e in fase di engagement.

Ad esempio, scrive Ambroso, la maggior parte delle imprese editoriali monetizzano il singolo contatto in base ai sistemi Audi e alla loro lettura da parte del mercato.

I sistemi delle Audi, però, sono le pitture rupestri dell’incrocio dei dati, pur essendo la pietra miliare della valutazione del valore economico dei Data.
Con gli anni ‘90 sì è istituito un sistema di analisi quantitativa, sotto l’egida di Auditel, che ha posto l’Audi come metro di misura.
Infatti, i dati Audi consistono nell’analisi del comportamento di un panel di famiglie relativamente la loro fruizione di televisione, radio, stampa, affissioni, cinema e web.

Basandosi su questo studio dell’audience, i primitivi della gestione del Data-Driven Marketing fornivano consulenza ai creativi delle agenzie, definendo la fetta della popolazione a cui avrebbero dovuto indirizzare la proposta, in che tempi e in quale scenario competitivo. Restava, però, fortemente limitata dal punto della qualità del collezionato.

Da qui, si è deciso da una parte di affinare la capacità di identificare il target, ovvero identificare i contatti in termini di tipologia socio demografica; dall’altra di sviluppare il sistema economico dei media.

 

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